giovedì 11 febbraio 2010

Il Processo parte 2


Non erano passati neanche cinque dei dieci minuti che Piero aveva sentenziato, quando imprecò facendo un gesto come a volere buttare lo schermo che teneva fra le mani “Cazzo! Hanno lanciato una fottuta granata emp al secondo piano, manda i tuoi ragazzi là, prima che rompano i miei di ragazzi”, senza aspettare ulteriormente Giorgio fece segno a Fabio, Laura e ad un altro giovane di andare.
Indossata velocemente la tuta protettiva e il casco, entrarono dalla porta principale e per evitare imboscate salirono le scale lentamente, controllando continuamente i sensori di movimento e attività elettronica. Arrivati al secondo piano, trovarono subito un robot mal funzionante, la macchina tremava ed emetteva scariche a tempi regolari, “Guarda un po’ che fine fanno i ragazzi di Piero senza la babysitter!” osservò sarcastico Fabio, gli altri due si lasciarono sfuggire una breve risata.
Il piano presentava varie stanze, secondo i dati del tecnico l’attacco era avvenuto all'appartamento 11, per sicurezza Laura rimase fuori per coprirli da un lato, nell’altro mise un camera controllata da Piero, in questo modo entrambi i lati del corridoio erano sotto controllo. Fabio e l’altro magistrato entrarono nel locale, l’uno avanzava mentre l’altro controllava le stanze al lato, la tensione era palpabile i sensori segnalavano presenze solo in uno degli ambienti della casa, ma per sicurezza controllarono prima le altre camere. “Niente!” sussurrò Carlo a Fabio, “Qua non c’è niente”; Rimaneva solo da controllare la stanza incriminata, entrambi armarono le pistole per prepararsi ad ogni eventualità.
“Fermi tutti!” urlò Fabio sfondando la porta, non si vedeva nessuno, dov’erano finiti? pensò l’uomo, “Dietro la porta” indicò Carlo. C’erano tre persone, un maschio, una femmina adulti e un bambino, si abbracciavano tremanti.
L’uomo prese coraggio e parlò, “Signori magistrati siamo stati noi a disattivare il robot, ma vi giuro su Allah che non volevamo!”, la donna intervenne per appoggiarlo, “Mio marito a ragione! Noi stavamo cucinando, quando all'improvviso abbiamo sento degli spari e ci siamo spaventati", la donna prese fiato ancora visibilmente impaurita, "Ci stavamo mettendo al sicuro, quando è entrato in cucina questo coso, ci ha osservati e poi improvvisamente è scattato una specie di allarme”, la donna si fermò nuovamente per deglutire nervosamente, “Poi è uscito da casa, ha fatto tutto da solo, ve lo giuro!”. Mentre Carlo esaminava con un rivelatore la causa dell’anomalia, Fabio urlò contro i due, “Siete dei coglioni! Non solo avete danneggiato una proprietà statale, ci state anche rallentando”, calmandosi un po’ continuò, “Dovevate scendere subito per farvi identificare e poi finita l’operazione sareste potuti tornare a casa tranquillamente, adesso invece non mi resta che arrestarvi”. Dietro di lui si sentì ridacchiare, “Stai calmo Fabio, al limite dovremmo ringraziarli”, l’altro lo guardo male, “Sul serio, la causa del guasto è stato il forno digitale che lavora sulla stessa frequenza dei nostri conciliatori”, indicò un forno al centro della cucina, “Grazie a loro abbiamo scoperto un errore di funzionamento che i test di sicurezza non avevano evidenziato, Piero ne sarà felice!” sorrise in maniera ironica. Fabio sembrò poco soddisfatto, “Li lasciamo andare così?”, “Non fare il fanatico”, disse ridendo Carlo, “Piuttosto andiamo su prima che i veri stronzi la facciano franca” e se ne andò dalla cucina. “Per questa volta vi è andata bene”, disse il magistrato guardando la famiglia, “Però spero che la prossima volta siate più coscienziosi”, detto questo anche Fabio uscì dalla stanza.
Dopo aver riportato brevemente quanto accaduto a Piero ed aver ascoltato le sue numerose bestemmie, il tecnico li avvisò che i suoi strumenti stavano percependo attività sospette al quinto piano, i tre andarono verso le scale, Carlo però si fermo, “Prendiamo l’ascensore faremo prima”, Laura si girò verso di lui, “Non dire cazzate avranno messo qualche trappola a gas”, “No il sensore non rileva niente” rispose Carlo e entrò dentro l’ascensore, “Voi fatevi le scale che vi fa bene alla salute, io vado su” sorridendo premette il bottone del quinto piano, “Imbecille” commentò Laura.
Erano arrivati al quarto piano quando sentirono da sopra uno scoppio e un urlo, corsero ancora più forte per arrivare in cima alle scale. Carlo era per terra ansimante, dall’entrata dell’ascensore si vedevano spuntare alcuni fili elettrici lasciati scoperti, forse intenzionalmente, “Maledizione! Laura chiama subito il drone di pronto soccorso, io vado avanti, poi quando Carlo è al sicuro raggiungimi”, sconvolta la donna chiamò subito i soccorsi, “Ma non è meglio che rimani anche te qua?”, Fabio continuando ad avanzare rispose “Non capisci? Questo è un diversivo per farci perdere tempo!”, accese le videocamere per la retro visione, “Adesso credo di aver capito cos’è il segnale visto da Piero, un laser disgregatore per eliminare le prove”, controllò che fossero tutte a fuoco poi riprese a parlare, “E io non glielo permetterò, ancora di più ora che hanno osato ferire un agente in servizio!” avanzò silenzioso verso la fonte del segnale.

P.s. Scusate il ritardo!