martedì 30 novembre 2010

Un Grande italiano

Ci sta il Principe che lo aspetta, vestito da straccione, cuore da Signore. Lello ha già pronta una supercazzola. Son ventotto anni che ce l'ha pronta. In spagna è grande festa! Cento cannoli alla catalana son stati portati da un servo e il suo padrone. Due soldati lo attendono, affamati e stanchi. Uno eroe, l'altro non voleva esserlo. Il Marchese lo saluta, sempre con la battuta pronta, allora sta rivoluzione? Ultimo, forse il più amato, c'è il nobile cavaliere da Norcia. Egregissimi siam qua per decantare le qualità di siffatto cavaliere: Testardo come lo mulo, cinico come lo corvo, amava donna Italia. Per lei soleva pugnare contro li di lei maligni padroni. Lasciato lo tristo mondo delli vivi, entra nelli reami della fantasia, per lo grande contributo dato.

Già ci manchi Mario.

mercoledì 3 novembre 2010

L'asinello azzoppato

Doveva essere una sconfitta bruciante, alla fine hanno perso ma non tanto male. Per come la vedo se Obama riesce a mettere i repubblicani contro il tea party, ce la fa a portare la pagnotta a casa, anche se qualcosa gli toccherà lasciarla per strada. Saranno due anni all'insegna del compromesso, se gioca bene le sue carte sarà il partito rosso (non ho mai capito come un partito così impregnato di retorica antisocialista possa essere avere il rosso come colore, ignoranza? Segretamente sono marxisti? Lenin e compagni li hanno copiati? Scusate lo sproloquio ma son domande che non fanno dormire ma anche no) a pagare lo scotto, apparendo quello che ha ceduto maggiormente. Il tea party d'altro canto è contrario ad ogni mediazione col presidente, chissà cosa faranno con tutti i loro seggi, limitarsi a fare ostruzione in una situazione del genere potrebbe essere nocivo per l'America stessa. Qui ritorniamo all'inizio con Obama da una parte indebolito ma dall'altra con la forte possibilità di distruggere la già fragile alleanza tra la parte moderata del partito conservatore e gli estremisti del tè. Certo sarà un impresa difficile perché per quanto sia chiaro che ci sia diffidenza da entrambe le parti, sanno che solo uniti possono strappare la presidenza ai democratici nel 2012. Obama ha però la carta economia da giocare, paradossalmente quella che lo ha fatto perdere. Deve riuscire ad ammorbidire le proprie posizioni e allo stesso tempo a convincere i moderati repubblicani della necessità di agire date le condizioni precarie del paese. Può riuscire a spaccare l'opposizione.
Daje Mr. President che je la può fà!

P.s. Tra le mie molte stranezze mi piace pure seguire la politica ma  tranquilli, prossima volta un nuovo racconto o la recensione di un bel videogiuoco.