venerdì 18 febbraio 2011

Sol Invictus

(horror e notizie flash, che c'azzeccano? :D)

26 Dicembre

Viterbo - Durante la notte di Natale a Montechiaro, città nota per l'alto tasso di criminalità, un black out ha paralizzato la cittadina. Intere famiglie sono scomparse, non lasciando alcuna traccia. Sconcertate le autorità, le forze dell'ordine pensano a una setta.

29 Dicembre

Viterbo – A seguito delle prime indagini a Montechiaro, è emerso che solo ad una parte delle case è mancata l'elettricità, le sparizioni sembra siano avvenute solo in queste ultime. Gli inquirenti riferiscono inoltre, di strani graffiti trovati in molte abitazioni.

1 Gennaio

Viterbo – Continuano le rivelazioni sull'enigma di Montechiaro: Soltanto le case a cui non è mancata la corrente durante la notte delle sparizioni, hanno i graffiti. Dopo vari controlli, gli investigatori hanno dichiarato che riportano sempre la stessa scritta: Sol Invictus, Sole Invitto.

domenica 13 febbraio 2011

Le avventure del Grande Mago Vendis: La Logorroica

(Un altro esercizio del corso, stavolta cercherò di dare un seguito alle avventure del Grande Mago, spero :D)

“Buonasera signora! Mi permetta di presentarmi, sono il mago Vendis!” Disse un uomo sulla quarantina. Sulla testa un deserto color rosa, il viso rosso più di una festa dell'unità e grasso al punto di far sembrare le ossa titaniche. Alla signora sembrò un ubriaco. Senza neanche degnare di uno sguardo quel capitale che il Mago si ritrovava per faccia, lo evitò. Stette bene attenta a non inciampare nella lunga veste dell'uomo. Un incrocio tra un vestito da sposa e uno da sacerdote, lungo come il primo e nero come il secondo. La signora, dando prova delle sue doti da equilibrista, sparì nel negozio lì vicino. Il Mago Vendis, per niente scoraggiato, si rivolse ad un'altra signora là vicino. “Signora, signora! Vuole forse che le leggo le carte, no?” La donna rispose confusa. “Sorry speak only deutch.” Cogliendo la palla al balzo, il grande Mago, dette sfoggio della sua conoscenza delle lingue, roba da rendere orgoglioso il buon Goethe, noto generale franco/austriaco. “Ich bin maghen, want yu rid de carte, nein?” Sorpresa e forse spaventata, la povera teutonica riuscì solo a farfugliare un sorry, prima di allontanarsi. Vendis realizzò che questo era l'ottavo rifiuto di giornata. Il prossimo cliente, il nono, doveva accettare i suoi servigi. Un esperto in numerologia e calcolo magico come lui non sbagliava mai, né fu sicuro, al limite avrebbe rifatto i calcoli. Una ragazza si avvicinava, sulla trentina di bell'aspetto, la pelle scura al punto di far dubitare il Mago della sua etnia. “Signorina, mi permetta di presentarmi. Sono il mago Vendis,” il viso rosso più di un film di Dario argento, il buon mago fu costretto a fermarsi pochi secondi. “Dicevo, esperto in tarocchi, oroscopi e molte altre scienze arcane, tra le quali anche stregoneria africana, la famosa magia negra!” Vendis tentò di abbozzare un sorriso affabile, ma lo sforzo per respirare lo fece assomigliare più a un invasato durante la festa del santo patrono di paese. La ragazza con noncuranza degli sforzi del Mago si sedette, in mano teneva una foto, vicino al tavolino di plastica dietro cui si trovava la figura, molto abbondante, del divinatore . L'oggetto era nascosto da un tappeto persiano che cercava di dargli pretese, purtroppo le bianche gambe ne tradivano l'origine ben poco arcana. “Eh salve," mostrò la foto al Grande Vendia, "questo è gianni il mio ragazzo mi ha tradita?” Il mago Vendis provò un senso di meraviglia degno di un bambino la mattina di natale. Finalmente le sue arti magiche trovavano degno scopo. “Signorina la foto emette degli influssi incantati, però per sicurezza gradirei sapere il suo nome e la durata del rapporto.” Si fermò un attimo per riprendere fiato poi continuò più convinto, “Sa è una questione di epica professionale.” “Sicuramente mi chiamo Laura, ho trentaquattro anni e faccio l'estetista a trastevere, sa è un lavoro che mi dà molte soddisfazioni, là tramite una collega, tra l'altro mia carissima amica, ho conosciuto gianni rappresentante di una ditta leader nel mercato, ci conosciamo da tre anni, stiamo insieme da due, mi dica abbiamo ancora speranze?” Impressionato e un po' invidioso della perfetta coordinazione bocca naso della ragazza, certamente frutto di anni e anni di uso smodato durante le lunghe giornate di... “Allora? Che dicono gli astri?” Il mago provò a concentrarsi sugli astri. “Non mi dica niente di male eh! Solo cose buone!” Angosciato dalla trachea della ragazza, capace di far impallidire anche molti noti politici da salotto, il Mago disse la prima cosa che gli venne in mente. “Io ho mollato il mio lavoro alla motorizzazione per questo.” La signorina lo guardò interdetta, presto avrebbe rialzato quel muro di parole insaziabili. Doveva usare tutta la sua magia. “Fu Marte in Giove, durante un eclissi astrofisica di proporzione galattiche a ispirarmi.” La ragazza sembrava aver riacquistato fiducia nelle doti del Mago. “Capì allora che tutte le persone hanno un destino scritto lassù, tra le nuvolose spaziali.” Rosso al punto di superare i 451 gradi fahrenheit, Vendis attese pochi attimi per respirare. La ragazza stava per riaprire la bocca. “Lei ha fatto bene a rivolgersi a me, solo nelle stelle l'uomo, ma anche la donna eh, possono trovare un senso a queste esistenze viola.” Il Mago era stremato, non più abituato a parlare così tanto dai tempi del suo vecchio lavoro. Quando folle di ragazzini appena diciottenni turbavano la sua giornata, chiedendo continuamente se pomiciare in auto comportasse una perdita di punti patente. Sperava che lavorare in campo arcano fosse più rilassante, si sbagliava. Doveva fermarsi per riprendere fiato. Chiuse gli occhi per non rivedere la bocca di lei che si apriva. “Ma allora devo lasciare gianni? Mia madre mi dice di si, mio fratello dice di no, mia nonna dice che devo figliare prima di invecchiare, il mio istruttore in palestra invece sostiene che sono ancora molto carina, gli astri che ne pensano?” Sentì solo un sospiro in risposta, “Si.” Poi silenzio. “Si ma a cosa? Al mio istruttore? A mia madre? A mia nonna?Me lo sentivo! Litighiamo spesso ma alla fine ha quasi sempre ragione, ah se non ci fosse...