mercoledì 27 luglio 2011

Blitzkrieg

Ore 22:48

Mancano poche ore.
In una stanza buia e senza microfoni il Sergente Francesco osserva fuori dalla finestra, il tempo stringe. Le Bande Nere rischiano l'onta della sconfitta. “Signore insisto!” L'uomo accanto si morde il labbro. “E sia.”

Ore 23:17

L'esercito nemico si avvicina, i mercenari si schierano per opporre l'ultima resistenza. Se riuscissero a conquistare la fortezza, le Bande Nere difficilmente potrebbero riprenderla in tempo. Tempo, la guerra è ormai solo una questione di tempo, pensa il sergente. Costretti dalla situazione difficile i mercenari hanno giocato la loro ultima carta. Nervoso Francesco ricontrolla nuovamente l'ora.
Una chiamata interrompe i pensieri del Sergente, è ora di svolgere il suo lavoro. “Qui IDI, come spiegate alla nazione che state perdendo la guerra?” Se c'è una cosa che odia sono i giornalisti. “Non stiamo perdendo signora, come gli spettatori possono vedere teniamo ancora la fortezza.” “Ma per quanto?” Come tutti i militari Francesco odia le interviste a schermo nero. Lei può vedere e studiare le sue reazioni, lui invece sente solo una voce fredda e sottilmente minacciosa. “La nostra posizione è ampiamente difendibile, resisteremo fino alle quattro rispettando così i vincoli dell'ADE.” Un momento di silenzio, il respiro dell'uomo si fa lievemente più pesante “Capisco, ricordiamo al nostro pubblico che la guerra è incominciata ieri, a seguito di alcuni screzi legati allo sfruttamento dell'energia idrica tra le due nazioni attualmente in conflitto.” Il Sergente si rilassa, la giornalista sembra aver cambiato argomento. “Molti ci chiedono come riuscite ad essere sicuri di non coinvolgere civili?” Alla domanda Francesco stringe nervosamente il pugno, che sappia? Meglio rimanere vaghi pensa l'uomo. “Ottima domanda, prima di tutto l'Agenzia Diplomatica Europea si assicura che la zona predisposta per il conflitto sia sgombra di ogni civile,” si ferma pochi secondi, deve essere convincente, “inoltre dei sensori evitano che chiunque, dai bambini fino ai pazzi pacifisti, possa entrare nel perimetro.” Sfoggia un sorriso rassicurante. “La ringraziamo, che l'uomo abbia trovato il modo per uccidersi civilmente? La risposta a questa ed altre domande più tardi alla conclusione del conflitto, Qui Sara Fedeli IDI, Informazione Diretta Immediata.” Il collegamento si è appena concluso e Francesco si può finalmente rilassare, gli spari si avvicinano.

Ore 01:29

Il nemico è dentro la fortezza. “ Francesco sei sicuro che sono entrati in contatto con il soggetto?” il Sergente Maggiore lo guarda inquieto, nonostante abbia da poco raggiunto i quaranta stanotte sembra molto più vecchio. “Signore le rivelazioni non possono aver sbagliato, quell'uomo era là fuori tra noi e loro, non possono averlo evitato!” Carlo lo guarda in faccia spaesato, “Non so cosa dirle Sergente.” Francesco guarda fuori verso il campo di battaglia, la loro ultima possibilità. Avevano informato in maniera anonima l'agenzia della presenza di un civile. Speravano che sospendessero le operazioni. Non era successo niente perché? Soltanto ieri, all'inizio della guerra, pensavano di farcela. La fortezza era ben trincerata e con una sola entrata, l'ADE aveva vietato l'uso di robot pesantemente armati, ritenendo il conflitto minore. Francesco continua incessantemente a pensare agli avvenimenti della giornata appena trascorsa, cosa è andato storto? Perché l'ADE non è intervenuta? E' la fine? Più di tutte è questa la domanda che lo assilla.

Ore 04:02

E' la fine. Non bastasse la sconfitta e i molti amici caduti, sono stati costretti a consegnare ai mercenari avversari le loro insegne. Peggio di così non poteva andare, sette anni di lavoro buttati nel cesso. In compenso i media erano soddisfattissimi, gli ascolti erano stati alti e avevano dei nuovi nemici da schernire pubblicamente. Appena rilasciato dai vincitori Francesco si avvicina alla giornalista dell'IDI. Poco prima di incominciare l'umiliante intervista chiede informazioni sul civile che era penetrato sul campo di battaglia, la donna lo guarda perplessa, “Quale civile?” Francesco si allontana ignorandola totalmente, una sola cosa lo tormentava. Cosa diavolo è successo? L'ADE li aveva traditi? Eludendo la giornalista, l'ormai ex Sergente si avvicina alla zona di guerra. Riesce ad entrare ma ha attivato i sensori, ha meno di un minuto prima che lo intercettino e lo riportino fuori. Si aggira al buio tra l'erba bagnata dalla rugiada, ricorda che le strumentazioni indicavano la presenza del civile a nord ovest della fortezza. Francesco corre verso il punto, sente le sirene, sfrutta le sue ultime forze, deve farcela per le Bande Nere. E' questa la zona? Si chiede febbrilmente mentre il suono delle sirene si fa sempre più forte. “Fermo! Alza le mani e vieni verso di noi lentamente.” In pochi attimi è circondato dagli agenti, piano e senza movimenti bruschi si alza dal terreno e si consegna alle autorità. Una volta salito sul blindato si siede e riprende fiato, c'è riuscito. Ha trovato brandelli di un vestito che non può appartenere ad un militare e del sangue sul terreno. Poco prima di salire sul mezzo ha intriso la manica della sua uniforme nel sangue, ha una prova. Ma a chi può consegnarla?

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